L’Isola di Pasqua – Rapa Nui, nella lingua indigena – è un luogo affascinante. Mitico e mistico anche per la sua remota posizione geografica. È plausibile ritenere che sia il territorio più distante da qualsiasi area abitata: 3600 Km dalla costa del Cile, 4200 km dalle isole Polinesiane e “solo” 2100 km dalle Isole Pitcairn, note per le riprese del film gli “ammutinati del Bounty” e sulla quale risiedono poco più di 50 persone. Un tour all’Isola di Pasqua non può che essere un’emozionante avventura.
Come raggiungere l’Isola di Pasqua
La storia dell’Isola è avvolta ancora nel mistero. È certo che fu colonizzata dai Polinesiani, ma vi sono testimonianze di insediamenti precedenti, forse di popolazioni indigene provenienti dal Sud America. Una prova di ciò è stata fornita sul campo dall’esploratore norvegese Thor Heyerdahl nel 1947 insieme a cinque archeologi compagni di viaggio effettuarono una traversata partendo dalla costa del Perù con una imbarcazione in legno di balsa (una fedele riproduzione delle barche antiche). In circa 3 mesi raggiunsero la Polinesia. Dimostrarono, così, che non era impossibile per le antiche popolazioni colonizzare nuovi territori.
Oggi, arrivando in aereo, l’isola di Pasqua si presenta dall’alto con una forma di triangolo isoscele di 16 km X 24 km nel mezzo dell’Oceano Pacifico. Mataveri è l’aeroporto con una delle piste di atterraggio più lunghe del Sud America. Fu voluto dagli statunitensi che lo rinnovarono nel 1985 come punto di atterraggio emergenziale per gli Shuttle spaziali.
Vi è una compagnia aerea cilena – la LATAM/LAN Chile – che effettua collegamenti regolari da Santiago all’isola di Pasqua tutti i giorni. Mentre, una o due volte a settimana, il volo prosegue per Papeete, in Polinesia. Il volo da Santiago dura circa 5 ore e 20 minuti. Il servizio è effettuato con moderni, sicuri e comodi Boeing 787 Dreamliner.
Tempo minimo necessario per trascorrere un soggiorno a Rapa Nui
Il tempo di permanenza consigliato per visitare appieno l’isola di Pasqua è di 3 giorni e 4 notti (esclusi gli spostamenti in aereo). I luoghi dove alloggiare e i posti in aereo riservati a chi si dirige verso l’isola di Pasqua sono limitati. Il primo consiglio è quello di prenotarsi in anticipo. Se si desidera approfittare del clima migliore – a febbraio – e godere di una delle feste tradizionali locali più interessanti – la Tapati che si svolge nei primi 10 giorni di febbraio – la prenotazione è d’obbligo.
L’attrazione principale sono i Moai, le gigantesche statue in pietra simbolo della civiltà Rapa Nui. L’isola ne conta circa 1000, sparse lungo la costa e con il volto girato all’interno dell’isola. Il loro significato è un mistero, l’ipotesi più accreditata è che rappresentino le anime dei defunti anziani che vegliano sui vivi.
Durante il soggiorno di tre giorni, è consigliato seguire i tour programmati dalle stesse strutture alberghiere o dai centri turistici. Vi sono anche guide che parlano l’italiano – se prenotate in tempo. In ogni caso, la popolazione locale parla sia lo spagnolo che l’inglese in modo comprensibile e fluente.
Il primo giorno è solitamente dedicato alla visita del sito cerimoniali di Orongo presso il Vulcano Rano Kau. Qui, si trovano le cave di Puna Pau da cui gli indigeni estraevano gli immensi cilindri di tufo che adoperavano come copricapi per i Moai.
Il secondo giorno l’escursione più gettonata è quella al vulcano Rano Raraku e al sito limitrofo di Ahu Tongariki, dove è possibile ammirare 15 Moai in fila, tra quelli meglio conservati nonostante i danni dello tsunami del 1960. Le escursioni organizzate prevedono anche la sosta per il pranzo, con la possibilità di gustare i piatti tipici locali.
Il terzo giorno si è liberi di godere della natura e degli spazi dell’isola. La spiaggia di Anakena è una delle più belle, servite e riservate dove trascorrere una giornata in tranquillità. L’isola si può visitare in auto, in bici o a cavallo (alcuni resort offrono anche questo servizio). Gli amanti dell’arte potranno fare una visita al Museo di Hanga Roa che è il centro urbano principale dell’isola.