Dal 2019 il Giappone ha approvato la Tassa Sayonara, ma come funziona? Si tratta di una nuova tassa pensata per chiunque voglia lasciare il Paese.
La tassa Sayonara, nonostante prenda di mira chi deve lasciare il paese, ha in realtà uno scopo: raccogliere i fondi per l’Agenzia del turismo giapponese al fine di poter rafforzare le sue campagne di pubbliche relazioni all’estero ed espandere i servizi multilingue in Giappone, oltre che i migliorare vari servizi, i parchi nazionali, installare cancelli a riconoscimento facciale e simili.
La tassa Sayonara, anche se può sembrare un controsenso, è pensata per attirare un numero sempre maggiore di turisti perché i soldi ricavati servono per migliorare il Paese sotto ogni punto di vista.
Non mancano, però, le critiche nei confronti della tassa Sayonara da parte dei turisti oltre che dell’industria aeronautica per via del paradosso derivante dal dover pagare per dover lasciare il paese.
Basti infatti pensare a tutti coloro i quali si recano più volte in Giappone per ragioni di lavoro e quindi si trovano costretti, di volta in volta, a pagare la tassa Sayonara, una vera e propria spesa in più se i viaggi risultano essere frequenti.
Come viene addebitata
La tassa Sayonara, occorre precisarlo, non è addebitata solo ai turisti o comunque agli stranieri, ma viene addebitata a chiunque lasci il Giappone, giapponesi compresi.
Tuttavia, la categoria maggiormente colpita è quella degli stranieri che sono sempre molti più dei turisti giapponesi che vanno in vacanza in Europa sia per ragioni esterne che interne, ovvero la svalutazione dello yen.
La tassa Sayonara, in sé per sé, non è eccessiva: essa corrisponde a circa 1000 yen, ovvero 7,20 euro, ma la questione non riguarda la cifra, ma il motivo per cui viene richiesta.
In merito a come la tassa Sayonara viene addebitata sappiate che è molto semplice, questa viene semplicemente aggiunta a tutte le altre tariffe pagate per i viaggi, sia aerei che navali.
Sappiate, poi, che vi sono due importanti eccezioni alla tassa Sayonara, ne sono infatti esenti sia i bambini di età inferiore ai 2 anni che tutti coloro i quali lasciano il paese entro 24 ore dall’arrivo (quindi arrivano e vanno via nell’arco della stessa giornata).
Ma perché proprio adesso? Il Giappone ha deciso di aggiungere la tassa Sayonara alle tasse già presenti proprio tra il 2019 e il 2020 per via dei giochi Olimpici estivi del 2020, prima ancora di sapere come sarebbe andata a causa della pandemia.
Le opinioni in merito all’utilità di questa tassa sono molteplici e non è ancora del tutto chiaro quanto questa stia favorendo il turismo in Giappone. Se da un lato è vero che in un viaggio 7,20 euro sono una cifra irrisoria, è anche vero che per chi fa avanti e indietro possono essere un peso, così come si può semplicemente non accettare.
Pro e contro
Vi sono sicuramente dei pro e contro per coloro i quali viaggiano in Giappone per affari, come ad esempio molti americani.
In questo caso abbiamo stilato per chi viaggia per ragioni di lavoro una lista di pro e contro della tassa Sayonara.
Il primo contro potrebbe essere quello di costringere i viaggiatori a fare viaggi più brevi, ovvero viaggi dalla durata inferiore alle 24 ore per evitare di pagare la tassa. Questo, per quanto comodo vista l’esenzione, significa anche fare dei viaggi estenuanti per via del fuso orario, ammesso che vi siano quotidianamente.
Un altro fattore da tenere in considerazione riguarda il valore dello yen: al momento la cifra richiesta dalla tassa Sayonara è irrisoria ma qualora la moneta giapponese dovesse prendere piede sul dollaro ecco che questa costituirebbe un vero e proprio costo aggiuntivo, non proprio un vantaggio.
L’unico pro, infatti, richiede uno sguardo a lungo termine: lo sappiamo, i giapponesi sono in grado di migliorare notevolmente i propri servizi e di sfruttare bene il denaro disponibile, quindi anche chi viaggia per lavoro potrebbe ritrovarsi avvantaggiato per infrastrutture e servizi proprio grazie alla tassa Sayonara.