Le vaccinazioni per i viaggi all’estero non sono solo correlate alle destinazioni “esotiche” o in particolari paesi “a rischio”: a volte anche in diverse destinazioni europee è necessario informarsi se e quali vaccinazioni sono previste – obbligatorie o consigliate – per via della presenza di malattie endemiche che possono colpire i viaggiatori anche se di passaggio. La vaccinazione consiste nella somministrazione di un farmaco vaccinale che stimola la risposta immunitaria del soggetto e contribuisce a prevenire o evitare la malattia in caso di contagio. I fattori che determinano l’opportunità di vaccinarsi oppure no sono il paese di destinazione, tipologia e durata della permanenza, condizioni di salute personali. In condizioni particolari di emergenza sanitaria mondiale occorre attenersi alla disciplina sanitaria vigente in ogni singolo paese relativamente alle azioni intraprese a tutela della salute della popolazione locale e viaggiatrice o di transito nei paesi colpiti da pandemia o epidemia (se circoscritta).
Quali sono le vaccinazioni obbligatorie
In genere, prima di partire per un viaggio è opportuno informarsi sulla prassi sanitaria dei paesi di destinazione e se sono previste vaccinazioni obbligatorie. Allo stato attuale l’unica vaccinazione obbligatoria è quella per la prevenzione della febbre gialla (Regolamento Sanitario Internazionale), prevista in tutti quei paesi in cui si incorre nel rischio di contrarre la malattia. Nei casi in cui la vaccinazione non è obbligatoria, ma consigliata, i fattori da considerare sull’opportunità di vaccinarsi rispetto al paese di destinazione e alla profilassi da seguire nel proprio Paese al rientro sono:
- Il rischio di esposizione alla malattia e la diffusione della malattia nel paese di destinazione;
- Le proprie condizioni di salute anche in base all’età;
- Eventuali reazioni allergiche;
- Il rischio di infettare altre persone o “importare” il virus al rientro;
- I costi sanitari.
Il certificato vaccinale attestante la vaccinazione eseguita obbligatoriamente o consigliata deve essere presentato in tutti i territori che lo richiedono come requisito imprescindibile per entrare nel paese, la vaccinazione obbligatoria contro la febbre gialla è prevista anche per i viaggiatori in solo transito in un aeroporto di uno dei Paesi a rischio di contrarre la malattia. La febbre gialla è una malattia ad alta trasmissione di contagio ed è presente nelle persone, nelle zanzare e in altri animali infetti; poiché è una malattia letale per le persone non vaccinate, è previsto l’obbligo vaccinale per chi viaggia nei Paesi a rischio.
Rispetto alle singole destinazioni, le vaccinazioni obbligatorie sono previste per:
- Arabia Saudita: vaccino per meningococco (per la destinazione specifica della Mecca) e contro la poliomielite;
- Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Nigeria, Somalia, Pakistan, Papua Nuova Guinea: vaccino per poliomielite per soggiorni pari o superiori alle 4 settimane;
- Paesi della cintura sub-sahariana: anti-meningococco (consigliata, diventa obbligatoria per le lunghe permanenze).
- Giappone e paesi del sud-est asiatico: vaccino per encefalite giapponese in particolare per chi viaggia durante il periodo delle piogge, per i viaggiatori che soggiornano per almeno un mese nelle zone a rischio o che vi si recano per svolgere attività che li espongono al rischio come trekking, campeggio, pesca o altre attività all’aperto.
- Paesi con scarsi livelli igienico-sanitari o senza fognature: vaccino contro epatite A.
- India, Vietnam e Tajikistan: vaccinazione anti febbre tifoide e anti salmonella per i ceppi resistenti agli antibiotici;
- Asia, America Latina e Africa: anti-rabbica (consigliata nei paesi in cui il rischio di esposizione alla rabbia è alto e per i viaggiatori che sanno di dovere entrare in contatto diretto con cani, pipistrelli o altri animali selvatici.
Con l’ampia diffusione del contagio da virus Covid-SARS 19 – che ha provocato una pandemia, la vaccinazione è volontaria e consigliata, ma molti paesi richiedono già un certificato o passaporto vaccinale per evitare o contenere l’ulteriore diffusione della malattia.
Il passaporto vaccinale per COVID
Il certificato o passaporto vaccinale previsto per il COVID nasce per permettere e facilitare la libera circolazione all’interno dell’UE e verso i paesi terzi che lo richiedono per l’ingresso. Il documento serve per certificare il proprio stato di immunità vaccinale o di guarigione o i risultati dei test previsti o richiesti dai singoli paesi per via delle restrizioni applicate a tutela della salute pubblica.
Il documento potrà essere in forma digitale – Digital Green Certificate – e composto da tre elementi: un set di dati minimo che attesti le informazioni relative alla persona vaccinata e allo stato di vaccinazione, un numero identificatore univoco riferito al percorso di vaccinazione (completato o parziale) che sia riconosciuto a livello internazionale, e un elemento di autenticazione che valida l’autenticità e la validità del certificato vaccinale presentato.